giovedì 20 novembre 2008

So What?

Pubblico in vecchio lavoro, presumibilmente in 2 puntate...

"É il 1959 quando Miles Davis, trombettista e compositore, firma uno dei capolavori, che poi diventerà un classico, del jazz: “So What”. Questo standard segna uno spartiacque nella storia del jazz: infatti, dopo la risposta bianca, il cool, al bebop, e prima del periodo free e fusion, ci troviamo di fronte al manifesto del jazz modale. Non più in periodo bebop, né Hard bop, dei quali rifiuta le armonie complicate, il virtuosismo del linguaggio, e il ritmo ossessivo, Miles Davis adotta una struttura armonica semplicissima: 8 battute in Re-7 + 8 battute in Re-7 + 8 battute in Mib-7 + 8 battute in Re-7, per un totale di 24 battute di cui 16 sullo stesso accordo, per una struttura AABA. In questo modo i musicisti si trovano davanti a una libertà di improvvisazione mai raggiunta prima e hanno la possibilità di focalizzare l’attenzione su scale e modi che fino a quel momento non avevano mai avuto: è improvvisazione modale. Miles Davis e Bill Evans, pianista, sviluppano questa idea da George Russell, altro pianista e compositore, e dal suo libro “Metodo della Lidia cromatica”: ma, lo stesso, il marchio stilistico di Davis è riconoscibile, e lo stesso trombettista, per registrare questo cd, in sole due sessioni, e senza prove precedenti, si avvale di una band fuori da ogni portata..."

Qualche link utile:
http://www.myspace.com/milesdavis
http://www.youtube.com/watch?v=P4TbrgIdm0E

2 commenti:

Sergio Gaudio ha detto...

So What... che album fantastico. L'ho ascoltato molto tardi, nonostante amassi Bill Evans, gia' da ragazzino (suonavo il piano). Ascoltando poi qeust'album ho scoperto che alcuni branii, tipo Peace Piece, sono uno sviluppo di alcuni temi su So What.
C'e' da dire che Miles era formidabile nel trovare gli elementi del gruppo, tutti o quasi hanno influenzato lo sviluppo del Jazz, anche quello elettrico.
Purtroppo, diro' una frase da nostalgico, sembra, in questo momento, che il Jazz abbia detto tutto o quasi. Non trovo nessuno, davvero nessuno all'altezza di quei mostri, magari dei virtuosi, ma non c'e' anima ne' novita'. Dis dammi qualcosa di nuovo su cui appassionarmi :D

Dis ha detto...

Ciao Sergio... Dopo un lungo periodo di inattività sono tornato a scrivere, anche rispolverando questo articolo che avevo scritto un'anno fa...
Venendo a noi, domani o sabato pubblicherò la seconda parte dell'articolo, dove parlo anche della genialità di Miles nel fare il talent scout.
Per quanto riguarda la tua affermazione non sono completamente d'accordo. Anzi...
Comunque è un fenomeno legato a più fattori: dal diverso mondo discografico, a una diversa ricerca estetica da parte dei fruitori del jazz, a un diverso modo di porsi dei musicisti in generale. La tua è un'affermazione che ho sentito pronunciare più volte e che, sia magari per la brevità e per la retorica insità nell'affermazione, che ha quasi gusto di massima "senza tempo", lascia sempre la gente interdetta. Comunque spero di riuscire a pubblicare qualcosa a riguardo.